La fraternità ha il suo cuore nell'antica pieve romanica di Romena, in Casentino, Toscana. In una valle intrisa di spiritualità, la valle di Camaldoli e la Verna, Romena si propone come un possibile crocevia per tanti viandanti del nostro tempo.
Così come per i pellegrini del Medio Evo, in marcia verso Roma, la pieve rappresentava un punto di riposo dove fermarsi per una notte, rifocillarsi e ripartire, così oggi la Fraternità vuol offrire un luogo di sosta ai viandanti di ogni dove. Una sosta per ritrovarsi e riscoprire la bellezza della nostra unicità, una sosta per poi riprendere e proseguire il proprio personale cammino di crescita. "Oggi – spiega don Luigi Verdi, fondatore e responsabile della Fraternità – non abbiamo tanto bisogno né di teorie, né di ideologie, ma di silenzio, di una pausa, di un tempo per riallacciare i rapporti con la nostra autenticità. Ed è questo ciò che proviamo a offrire a Romena".
"In questo piccolo spazio vorrei che ogni uomo si sentisse a casa sua e, libero da costrizioni, potesse raggiungere la conoscenza di se stesso e incamminarsi nella sua strada forte e fiducioso. Vorrei che fosse una sosta di pace, di riflessione per ogni viandante che vi giunge, un posto dove l'ideale diventa realtà e dove la gioia è il frutto spontaneo".
Queste parole di Giovanni Vannucci rappresentano bene il sogno che la Fraternità di Romena custodisce e coltiva da venti anni.
Dal 1991 la Fraternità di Romena è un punto di incontro per chiunque cerchi uno spazio semplice e accogliente dove, nel pieno rispetto delle storie e delle differenze individuali, ciascuno abbia la possibilità di rientrare in contatto con se stesso e, se vuole, con Dio, e di riscoprire il valore della condivisione con gli altri.
La fraternità ha il suo cuore nell'antica pieve romanica di Romena, in Casentino, Toscana. In una valle intrisa di spiritualità, la valle di Camaldoli e la Verna, Romena si propone come un possibile crocevia per tanti viandanti del nostro tempo.
Così come per i pellegrini del Medio Evo, in marcia verso Roma, la pieve rappresentava un punto di riposo dove fermarsi per una notte, rifocillarsi e ripartire, così oggi la Fraternità vuol offrire un luogo di sosta ai viandanti di ogni dove. Una sosta per ritrovarsi e riscoprire la bellezza della nostra unicità, una sosta per poi riprendere e proseguire il proprio personale cammino di crescita. "Oggi – spiega don Luigi Verdi, fondatore e responsabile della Fraternità – non abbiamo tanto bisogno né di teorie, né di ideologie, ma di silenzio, di una pausa, di un tempo per riallacciare i rapporti con la nostra autenticità. Ed è questo ciò che proviamo a offrire a Romena".
Il cuore vivo della Fraternità è nelle pagine del Vangelo, è nell'insegnamento libero e liberante di Gesù Cristo. Ma come in ogni cammino, anche in quello di Romena decisivi sono gli incontri che sono avvenuti prima e durante il percorso della Fraternità. Quella di padre Giovanni Vannucci, monaco, è la figura che più ha ispirato il percorso della Fraternità. Ma tra gli amici che, indirettamente, hanno contribuito alla nascita di Romena ci sono anche Sorella Maria di Campello, Charles De Foucauld, Frere Roger di Taizè, Luigi Ciotti, Arturo Paoli, Tonino Bello. Le loro esperienze comunitarie, il loro stile, il loro modo di vivere il Vangelo hanno alimentato il sogno di Romena. E continuano a sospingerlo.
ATTIVITA’
ATTIVITA’
Alla base della proposta di Romena c’è un cammino suddiviso in tre corsi base, che ha come riferimento la parabola del figliol prodigo. Quando una persona vive una crisi personale (per il figliol prodigo è il momento in cui prende consapevolezza di ciò che è diventata la sua vita) il primo gesto concreto da fare è quello di guardarsi dentro, per ritrovare la propria autenticità. È il primo corso.
Il passaggio successivo è quello di far pace col Padre, con Dio: nel secondo corso, attraverso esperienze di gesti, di semplicità, di ascolto, l’invito è a percepire che c’è un Padre che è pronto ad abbracciarci.
Il terzo passo è semplicemente quello di trasferire questa nuova consapevolezza di sé e questo abbraccio con l’infinito nella vita di tutti i giorni, nel tessuto del nostro quotidiano. Perché queste esperienze di umiltà e di semplicità con la vita devono poter “fare casa” dove viviamo. È il terzo corso.
Ciascuno, secondo le sue esigenze e in piena libertà, può compiere uno o più tratti di questo cammino. E può, se vuole, anche continuare: la Fraternità propone anche corsi a tema per approfondire quegli argomenti che ciascuno sente più vivi dentro di sé. La partecipazione è libera; il nostro consiglio è però di parteciparvi dopo aver fatto almeno il primo corso di Romena.
Si chiama “tempo di fraternità” invece la nostra proposta di accoglienza. Sono periodi di “casa aperta” e sono legati ad alcuni momenti speciali dell'anno come la Pasqua o il Natale, e si concentrano soprattutto nel periodo estivo, quando tante persone hanno più possibilità di riservarsi un periodo di vacanza. Chiunque può partecipare, per il periodo che preferisce. Le giornate sono scandite da un alternarsi di momenti di preghiera, di lavoro, di condivisione, e anche da diversi spazi aperti che ciascuno può vivere a suo modo. L'idea è quella di ritrovare un equilibrio tra mente, anima e corpo cercando di offrire spazi dedicati a ciascuna parte di sé.