Bibbiena è il centro più grande del Casentino, il più popoloso e storicamente il capoluogo della valle. Le origini di questo comune sono molto antiche e ciò è dimostrato dalla presenza di numerosi insediamenti etruschi e di ville romane che sono state rinvenute non lontano dal centro. La sua fondazione risale al 979 d.C.
Questo comune e in particolare la città di Bibbiena, hanno avuto un’importante storia medievale che si respira nei suoi borghi, nelle sue piccole strade silenziose, anche se le vestigia di quel periodo storico sono ormai poche, a causa dei numerosi saccheggi subiti fino alla fine del XV secolo. L’ultima invasione armata del Casentino risale appunto al 1498 quando i Veneziani al comando di Bartolomeo d’Alviano, in alleanza con i Medici esiliati, fecero un’improvvisa incursione nella vallata, prendendo il Monastero de La Verna e impossessandosi di Bibbiena, per il tradimento del Dovizi e di altri abitanti che erano favorevoli ai Medici. Aiutato dai contadini che facevano incursioni sugli invasori, il generale fiorentino Vitello, chiuse i passi per tagliare rifornimenti al nemico, rinchiudendolo a Bibbiena, che aveva posto sotto d’assedio. Con l’arrivo dell’inverno l’Alviano resistette solo a Bibbiena e ancora per un anno. I fiorentini smantellarono così la città di Bibbiena per punirla della sua infedeltà.
Bibbiena, come si può ammirare oggi, ha un’architettura squisitamente rinascimentale con numerosi palazzi signorili. Alcuni tra i più importanti: Palazzo Martellini, Teatro Dovizi, Palazzo Niccolini.
CENTRO STORICO
CENTRO STORICO
Il centro storico, ossia la Bibbiena antica, si erge orgogliosa sulla sommità di un colle, a ricordarne gli antichi splendori. Nel punto più alto si trova piazza Tarlati, un gioiello architettonico ben conservato, con i suoi piccoli locali e una terrazza che offre un panorama sublime sulla valle che nei tramonti d’estate non si può perdere, insieme ad una camminata tra i borghi per assaggiare dolci e schiacciate nei forni aperti, che offrono ai sensi un ristoro sicuro.
In Piazza Tarlati svetta la sua bella torre campanaria, da pochi anni tornata a vivere, a suonare e a scandire il tempo e Palazzo Bruni con il suo porticato che fu residenza del potentissimo Vescovo Tarlati. A pochi passi c’è la chiesa dedicata ai Santi Ippolito e Donato al cui interno sono conservate importanti opere d’arte tra cui non si può rinunciare ad ammirare, un grande polittico quattrocentesco di Bicci di Lorenzo, una Madonna con Bambino sempre quattrocentesca di Cola Da Camerino, una tela di inizi ‘600 di Jacopo Ligozzi, un crocifisso dipinto di inizio ‘300, una scultura lignea della madonna di fine ‘200 oggi purtroppo orba del suo sacro Bambinello.
La città fortificata medievale si vive qui, con i pezzi della sua cinta muraria e le sue porte di accesso tra cui, la più famosa Porta dei Fabbri. Da piazza Tarlati si può scendere in via Berni attraverso una scaletta che scivola in basso dalla Propositura. In via Berni si trova l’Oratorio di San Francesco, edificio con facciata neoclassica l’unica che si può ammirare in Casentino ed interno in stile Barocco. Sempre in via Berni è ubicato Palazzo Niccolini, oggi sede del Comune. Poi, proseguendo in via Dovizi, di fronte all’omonimo palazzo, si erge la Chiesa di San Lorenzo dove sono conservate due pregiate terrecotte invetriate di Andrea Della Robbia: una Natività con adorazione dei pastori ed una “Lamentazione sul Cristo morto”. Da non perdere il bellissimo Teatro Dovizi. Il teatro venne realizzato nel centro storico di Bibbiena per iniziativa dell'Accademia degli Operosi e su progetto dell'architetto Niccolò Matas (1842). Il teatro è caratterizzato da una pianta a U, tre ordini di palchi e palcoscenico parallelo al fronte strada. Il teatro ha cessato l'attività nel 1982 a causa delle sue carenze in materia di sicurezza. Nel 1997, per iniziativa dell'amministrazione comunale e con il concorso finanziario di altri enti pubblici e privati, il teatro ha ripreso la sua attività dopo un consistente intervento di riprogettazione del suo arredo interno e di nuovo allestimento scenico, ispirato a modelli tipici della tradizione italiana del XVII e XVIIIsecolo, su progetto dell'architetto Massimo Gasparon. Dal 2001 è stata concessa la residenza del teatro all'Associazione NATA, Nuova Accademia del Teatro d'Arte, che ne ha assunto la gestione e la direzione artistica.
PALAZZO DOVIZI
Voluto dal Cardinale Bernardo Dovizi detto il Bibbiena, fu costruito dopo il 1513 probabilmente su disegno dell’architetto fiorentino Baccio d’Agnolo e costituisce l’architettura civile più significativa di Bibbiena.
L’edificio si sviluppa su tre piani, con un impianto architettonico riferibile ai modelli fiorentini di fine quattrocento. La facciata avrebbe dovuto essere ricoperta da intonaco ma è rimasta nel suo aspetto rustico con inserzioni di pietrame misto a cotto. Il portone, con lo stemma cardinalizio del Dovizi, e le finestre dei primi due piani hanno archi a tutto sesto. Al terzo piano il loggiato, formato da eleganti colonne che sorreggono un architrave in legno, occupa tutto il fronte.
All’interno un imponente scalone ad una sola rampa immette nel salone di ricevimento, anticamera dell’appartamento del Cardinale, dove si possono ammirare un pregevole soffitto a cassettoni in legno ed un magnifico camino.
TEATRO DOVIZI
Il teatro Dovizi ( www.nata.it ) fu costruito nel 1842 su disegno dell’architetto Niccolò Matas.
Originariamente aveva caratteristiche tipicamente Ottocentesche con alcuni richiami classicheggianti.
Di recente è stato completamente ristrutturato richiamandosi allo stile barocco dei Galli, famosa famiglia di scenografi ed architetti detti anche i “Bibiena”, che ha contribuito, per più di cinque generazioni, a realizzare teatri e chiese in varie corti europee.
COSA VEDERE
COSA VEDERE
Bibbiena è il centro del Casentino in tutti i sensi: geografico, commerciale, produttivo. Un paese a misura d’uomo con un grande passato; dentro, fuori e oltre le sue antiche mura non mancano occasioni di visita, divertimento e approfondimento culturale.
Piccoli borghi tutti da esplorare come Gressa - una terrazza naturale mozzafiato- Farneta - luogo di vocazione per la scrittice Emma Perodi e le famose “ Novelle delle Nonna”- Soci che cela, dietro la sua moderna piazza, il suo lato più caratteristico il vecchio borgo con i lavatoi, Piazza Padella e la Chiesa vecchia, meta nei secoli di intensi pellegrinaggi; Serravalle centro montano del Parco nazionale.
Chi visita Bibbiena e il suo comune non può non recarsi al Santuario di Santa Maria del Sasso, luogo magico e spirituale immerso nella natura e sorto attorno al sasso dove Caterina nel 1347 vide la Madonna. Bibbiena è ricca di manifestazioni che permettono di vivere esperienze indimenticabili nei saperi e sapori di questo luogo: il Carnevale Storico più antico d’Italia, la festa del maiale brado del Casentino, la Sagra delle Sagre, Birbiena, Biff, ossia l’ormai famoso Bibbiena Film Festival, battezzato dall’attore e regista Carlo Verdone, cittadino onorario di Bibbiena.
MARCIANO
Marciano è uno dei più antichi castelli della Valle dell’Archiano, precedente anche a quello di Bibbiena. È aggregato sopra un rilievo sul versante ovest del Poggio Faggione, sopra il torrente Gressa e l’Archiano.
Il castello è rammentato nella donazione alla badia di Prataglia (www.badiaprataglia.net) fatta nel 1008 da Elemberto vescovo di Arezzo.
Vi ebbero signoria i conti Ubertini, dal XII sec fino al XIV, quando nel 1386 la Signoria di Firenze comandò che la rocca di Marciano, insieme con altri fortilizi del Casentino, venisse disfatta poiché inutile alla Repubblica.
In Marciano si trova la vecchia chiesa di San Donato trasformata in parrocchia con decreto vescovile del 30 luglio 1777.
GRESSA
L’antico Castello di Gressa (www.castellodigressa.it) è ubicato sul culmine di uno sperone roccioso il cui fianco è bagnato dall’omonimo fosso di Gressa, uno dei confluenti dell'Archiano.
Il castello di Gressa fu edificato tra il X secolo e l’inizio dell’XI, per volere del vescovo Elemperto, capo della diocesi aretina dal 986 al 1010. Verso il 990 il castello fu dato in feudum a Tedalascio uomo agiato della classe elitaria del Casentino che lo passò in eredità ai suoi figli che nel 1078 lo trasferirono a Rodolfo priore del monastero di Camaldoli (www.camaldoli.it).
Nel 1249 il Vescovo Guglielmino Umbertini spedì da Gressa un Breve di indulgenze e pare che nel castello di Gressa si battesse moneta, il Vescovo aveva questo potere. Nel 1257 lo stesso vescovo Guglielmino per pagare alcuni dei suoi debiti dette in pegno il castello di Gressa ai Fiorentini che ciò nonostante nel 1259 ne disfecero le due cinte di mura.
Nel 1299 Ildebrandino, successore di Guglielmino, spedì dal castello di Gressa una Bolla con la quale concesse alla contessa Sofia, sua zia paterna e Badessa di Pratovecchio, di trasferire le reliquie di Sant’Ilario dalla Chiesa della Pagliola al Monastero di Arezzo. Dopo la morte dei Vescovi Ildebrandino e del suo successore Guido da Pietramala, il maniero fu preso da Pier Saccone, signore d‘Arezzo, che lo restituì dopo il trattato di Sarzana, a Boso Ubertini. Nel 1356 subì l’assedio dei fiorentini, ma il Castello, salvo per un breve periodo, rimase vescovile e fu l’ultimo dei Castelli del Casentino a rimanerne in possesso.
Nel 1366 Gressa viene a far parte del territorio aretino e quindi di quello Fiorentino nel 1384.
L’atto formale di sottomissione del castello a Firenze fu stipulato il 21 agosto 1386.
Nel 1500 il castello divenne proprietà della famiglia Martellini, poi passo ai Nati, quindi fu la volta dei Nati Poltri ed infine dei Marcucci Poltri. Durante la seconda guerra mondiale il castello divenne avamposto militare tedesco.
Del Castello rimane oggi la Torre del Cassero e parte delle due cinte murarie, oltre il Palazzo vescovile oggi trasformato in residenza. Tra il palazzo del Vescovo ed il Cassero è l’antica chiesetta castellana poi fatta parrocchia con il nome di San Iacopo.
SERRAVALLE
Il castello di Serravalle è citato per la prima volta negli Annali Camaldolesi nel 1188 e fin dalle origini, che gli Annali riconducono all’opera di Amadeo Vescovo di Arezzo, la sua sorte fu legata strettamente alle vicende della congregazione camaldolese e della vicina Badia di Prataglia (www.badiaprataglia.net) il cui Abate ne detenne il feudo a partire dalla metà del XIII sec. Nel corso del trecento l’aggregato venne ulteriormente fortificato e munito di cassero e torre; nei primi anni del quattrocento fu aggregato alla podesteria di Bibbiena sotto l’egemonia della repubblica fiorentina, quindi passò ai Medici ed ai Lorena Granduchi di Toscana ed infine allo Stato italiano.
Con la nascita del turismo moderno, nei primi anni del ‘900, Serravalle raggiunse la sua massima espansione e fama internazionale essendo annoverata tra le più esclusive stazioni climatiche d’Italia e meta dei nuovi viaggiatori post Grand Tour. Fu scelta come località di villeggiatura da moltissime personalità ed in particolare da una certa parte dell’aristocrazia romana, tra i visitatori più famosi ricordiamo S.A.R. il principe Ereditario Vittorio Emanuele III, S.A.R. Filiberto di Savoia il Duca di Pistoia, il Cardinale Vannutelli, Benito Mussolini, il Ministro Giurati, il Ministro Fedele, l’On. Balbo e l’On. Bodrero.
Soggiornò a Serravalle anche Gabriele D’Annunzio con la bella Eleonora Duse che passava per le vie del paese sul calesse. Erano ospiti dell’Avv. Eugenio Coselschi nella sua villa, che il poeta battezzò col nome di Archianella scrivendo per essa i due versi “Clarescit aethere claro - Ascensu levior” che sono scolpiti fuori dell’entrata principale.
Serravalle deve molto all’opera filantropica di Egisto Paolo Fabbri, nipote dell’omonimo banchiere socio di Morgan, che finanziò una serie importante di opere pubbliche. Fece costruire la nuova chiesa poiché la vecchia, ubicata nell’attuale piazza detta appunto della Chiesa Vecchia, era crollata. Istituì la scuola di canto gestita dalle suore Mantellate e impostata sul metodo Ward, divulgato in Italia per merito del Fabbri. La fama della Schola Cantorum di Serravalle fu tale da richiamare allievi da tutta Italia.
Nel 2012 Serravalle è stata insignita “Meraviglia Italiana”, un progetto patrocinato, tra gli altri, dal Ministero per i beni e le attività culturali, che ha selezionato il nostro paese per un itinerario d’eccellenza insieme ad altre 1000 meraviglie italiane.
PARTINA
Il paese di Partina sorge arroccato lungo il torrente Rimaggio, immediatamente sopra la confluenza di questo sul torrente Archiano.
Il paese si sviluppa attorno all’antico castello le cui notizie si hanno sin dal 1095 e del quale rimangono ancora alcune parti, ma che è stato oggetto di un pesante rifacimento nei primi anni del novecento.
Oltre al castello e agli antichi borghi è interessante la Villa padronale Rosa Scoti e nella frontistante piazzetta la relativa Cappella gentilizia di Santa Rita, restaurata e donata recentemente al comune di Bibbiena (www.comunedibibbiena.gov.it).
Fuori dal paese, lungo la strada che conduce a Bibbiena, vi è l'antica pieve di Santa Maria, risalente al XI secolo, per anni abbandonata e ridotta in rovina. La pieve è stata oggetto di un recente restauro e trasformata in residenza.
LUOGHI DI FEDE
CITTÁ DELLA FOTOGRAFIA
CITTÁ DELLA FOTOGRAFIA
Bibbiena “Città della Fotografia”. In questa occasione sono state inaugurate quattro importanti opere permanenti di Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Giovanni Gastel e Nino Migliori. A queste ne sono succedute altre 17: Marina Alessi, Vasco Ascolini, Piergiorgio Branzi, Lisetta Carmi, Lorenzo Cicconi Massi, Mario Cresci, Mario De Biasi, Stanislao Farri, Franco Fontana, Maurizio Galimberti, Mauro Galligani, Mario Giacomelli, Giorgio Lotti, Uliano Lucas, Pepi Merisio, Fulvio Roiter e Francesco Zizola. Tali installazioni fotografiche all’aperto, sono permanenti e offrono agli appassionati di fotografia una galleria outdoor in costante evoluzione, con immagini di grande effetto che si inseriscono nel tessuto urbano per arricchire la cittadina con opere di grande cultura fotografica, realizzando la piena vocazione della cittadina a “Città della Fotografia”.
Il Centro Italiano della Fotografia d’Autore costituisce un significativo punto di riferimento per la Fotografia nazionale, una struttura di produzione culturale stabile ed attiva, in grado di poter collaborare con tutte le più importanti istituzioni del Paese. I numerosi successi di critica e di pubblico riscossi dalle iniziative promosse dal Centro, uniti all’alta considerazione conquistata nel mondo della fotografia amatoriale e professionale, hanno permesso di riconoscere BIBBIENA come CITTA’ DELLA FOTOGRAFIA.
Un’investitura motivo di grande orgoglio, oltre che significativo stimolo per nuovi e più grandi progetti, quali appunto la realizzazione della GALLERIA A CIELO APERTO, mediante l’esposizione di immagini donate alla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche dai Grandi Autori della Fotografia Italiana e resa possibile grazie alla stretta collaborazione con l’amministrazione comunale e con le aziende del luogo.
Opere di grande prestigio, ideali per rinforzare l’integrazione del Centro Italiano della Fotografia d’Autore con la città di Bibbiena e per arricchire alcuni punti strategici del Paese con elementi che sono sia arredo urbano sia manifestazione di cultura fotografica.
Grazie alla realizzazione di installazioni fotografiche all'aperto, in punti nevralgici della città, spazi espositivi e spazi pubblici diventano patrimonio della collettività e dei visitatori esterni, servendo da incentivo per far proseguire il percorso di visita dei turisti dalle sale del Centro alle strade del paese e viceversa. Questa soluzione innovativa offre, agli appassionati di fotografia e non, una galleria in evoluzione, con immagini di grande effetto, in una cornice ambientale e paesistica che difficilmente può essere ottenuta in contesti meno dotati sia sotto il profilo culturale fotografico sia sotto quello turistico.
INFORMAZIONI
INFORMAZIONI
Presso Museo Archeologico Del Casentino
Via Berni, 2152011 Bibbiena (AR)
Telefono - 0575 595486
e.mail - bibbiena.turismo@gmail.it
SITO DEL COMUNE http://www.comunedibibbiena.gov.it
ECOMUSEO
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ECOMUSEO - RACCOLTA RURALE CASA ROSSI
Soggetto che si occupa della gestione, informazioni e delle aperture su richiesta:TOSCANA – BIBBIENA - Soci
Famiglia Rossi - 0575/560034
francescomariarossi@libero.it - giodaneusig@alice.it